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Il museo dove il sogno incontra la realtà


Era Maggio 2014 ed io avevo il cuore in gola, perché a Torino c'ero andato solamente per la Juve, che di lì a poco avrebbe conquistato lo scudetto ancora una volta. Era lo scudetto che sarebbe poi diventato lo storico dei 102 punti...e mi ritrovai a festeggiarlo urlando nel museo dell'automobile, perché la Roma perse 1-4 con il Catania (clamoroso al Cibali, direbbe qualcuno) e consegnò con tre giornate d'anticipo lo scudetto ai bianconeri.

Furono giorni indimenticabili, ma non solo per la Juve. Un'altra mia grande passione trovò estasi in quel di Torino. Parliamo di cinema, più precisamente di un museo situato nella mole: il museo nazionale del cinema. In quel museo mi persi e lasciai parte del mio cuore, lì, tra le miriadi di locandine e pellicole, dove lo sguardo si perdeva facilmente. L'esperienza, inizialmente, sembrava avere una linearità temporale, partendo dalle prime ottiche e i primi strumenti che precedevano l'avvento del cinema. In questa fase, c'erano tante curiosità da leggere sulle varie macchine, prima dello star system, prima del sonoro, prima dei Lumiere e, quindi, prima ancora del cinema stesso. Molti sono gli effetti visivi, i giochi di luce a cui era sottoposto lo spettatore. Man mano, in ogni modo, quella linearità temporale si andava perdendo, trasformando la visita in un mondo di luce, chiaroscuri, fotogrammi e colori. Sembrava un po' di stare in un film di Sergio Leone, dove si dilatano i tempi e ci si immerge nel mondo del mito.

Oltre a questo, tantissimi erano gli spazi dove c'erano oggetti di scena e costumi dei più grandi kolossal cinematografici. Nulla era lasciato al caso e la disposizione degli stand invogliava ad addentrarsi nelle tende e nei padiglioni del museo. A un certo punto, era come entrare in un film e così, preso da questa botta di adrenalina, decisi di calmarmi e di riposarmi nella sala principale su una delle poltrone a divano, davanti ad una proiezione di immagini. Ancora oggi mi chiedo se mi fossi addormentato ed entrato in un sogno o se quello che sentivo dentro era vero.

Foto ne scattai pochissime, condivisioni sui social zero. Perché le vere emozioni (la vera arte) non si condividono, ma si vivono. Questo è quello che mi ha insegnato questa visita che è terminata mentre io, carico di tutte le emozioni, mi accingevo a prendere l'ascensore panoramico che mi avrebbe portato fin sopra la mole. Lissù, potetti godere di una delle viste più belle, la città di Torino dall'alto. Molto diversa da come la vivi camminandoci dentro, ti rendi conto che ogni tetto, ogni palazzo della città, ha un suo perché. Questo panorama mi ha, allo stesso tempo, fatto uscire dal sogno rappresentato dal museo e ricatapultato nella realtà...così ricominciai a pensare alla Juve.

(Qui sotto, due gallerie con foto del museo)


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