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Un Napoletano in Germania

Come si può capire dal titolo, questo articolo parlerà di un viaggio in Germania, ma scendiamo più nei particolari: il protagonista di questo viaggio non è proprio un Napoletano, ma un Afragolese. E questo Afragolese sono io. Oggi vi racconterò di quello che è stato il mio viaggio di istruzione al terzo anno di superiori. La meta era la Germania, nella regione della Bassa Sassonia. Ma non si è trattato di un classico viaggio d'istruzione, bensì di uno scambio culturale. La cosa interessante di queste tipologie di viaggio è l'affrontare una nuova cultura e vivere, anche se per poco, in un altro paese. Nonostante sia "la cosa interessante", è proprio da qui che partono tutti i problemi. E proprio in questi casi ti rendi conto che, forse, quei soliti pregiudizi (sia sugli stranieri che su di te) non sono poi così falsi.

La prima gaffe, se possiamo definirla così, avviene nel primo viaggio dall'aeroporto alla casa dove sono stato ospitato. Ero seduto su uno dei sedili posteriori e la macchina era ancora ferma. Alzo lo sguardo dal cellulare e noto di essere guardato male, ma, non capendo perchè, faccio finta di niente. Passato altro tempo, con la macchina ancora ferma nel parcheggio, mi guardo intorno e noto che ero l'unico a non aver allacciato la cintura di sicurezza. Dopo aver chiesto se dovessi allacciarla anche io, nonostante stessi seduto dietro, si può finalmente partire. Una volta sistemata la valigia in casa, si può procedere con la prima uscita. Vedere tutte quelle persone in bicicletta mi ha sorpreso positivamente, al punto da decidere di spostarmi in bici per il resto del viaggio. Ovviamente anche qui ci sono stati aspetti negativi. Un problema che conosciamo bene e che sicuramente ci avrà fatto disperare almeno una volta nella vita: le ZTL. Arrivati al centro della città, non potevi più utilizzare la bici e dovevi continuare a piedi. Non essendo consapevole del fatto che le ZTL fossero valide anche per le bici, non ci è voluto più di tanto a farsi riconoscere. -Il solito Italiano

L'ultimo problema da affrontare è il più classico di tutti: il cibo italiano all'estero. Se un giorno vi inviteranno a mangiare in un ristorante italiano, in un paese che non è l'Italia, vi consiglio vivamente di rifiutare. Dopo aver provato pizza e carbonara, mi sono imposto un obiettivo da raggiungere: insegnare ad un tedesco come cuocere la pasta. Far capire che bisogna aspettare che l'acqua bolla prima di calare la pasta è stato più duro del previsto, ma alla fine i risultati sono stati abbastanza soddisfacenti.

Diffidare dalle imitazioni.

Dopo una settimana di disavventure sono tornato a casa con la consapevolezza di aver visitato un altro posto bellissimo, ma sempre con la convinzione che nessun posto è come casa propria.


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