"Il senso del sacrificio mi ha accompagnato in tutte le tappe". Basta una semplice frase per comprendere appieno la persona di Alessandro Florenzi. Un giocatore che, fin da ragazzino, ha sempre cercato di affrontare qualsiasi gara col massimo impegno possibile. Di fatti, grazie a questa sua peculiarità, rappresenta una pedina fondamentale per ogni allenatore: che venga schierato terzino, trequartista o mezzala il risultato sarà sempre una prestazione minuziosa.
E fu così anche quella maledetta sera del 26 ottobre 2016. Al Mapei Stadium la Roma affrontava i padroni di casa del Sassuolo dopo aver innescato una serie di tre importanti vittorie consecutive. Florenzi stava per terminare la solita partita di sforzo e resa, culminata con una serie di incursioni pericolose nella metà campo avversaria. Ma a 5 minuti dal termine accade il dramma: il numero 24 giallorosso compie una torsione innaturale con la gamba sinistra ed è costretto ad abbandonare il rettangolo verde. La sua uscita è accompagnata dalle copiose lacrime che non lasciavano presagire nulla di buono.
Ed i successivi esami strumentali evidenziarono la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, costringendolo ad un lungo stop. "Tornerò più forte di prima" dirà in seguito alla terribile notizia, sottolineando di non volersi assolutamente arrendere ad uno degli infortuni più temuti da qualsiasi sportivo. Iniziano dunque i mesi di maggiore calvario, non solo per la lunga e faticosa riabilitazione, ma soprattutto per la lontananza dal terreno di gioco, quello che rincorreva fin da bambino.
Il fato, però, è bastardo. E con Alessandro ha deciso addirittura di eccedere. Eh già, perché proprio mentre era pronto al ritorno, durante una gara con la Primavera, il ginocchio fa di nuovo crack. "Mister, ho sentito di nuovo dolore" le sue prime ed allarmanti parole, spaventate da una possibile ricaduta che verrà confermata il giorno dopo. Così si allungano i tempi di recupero ed il rientro è rimandato alla stagione successiva, quella in corso. La pausa estiva è stata utile a non forzare i tempi e ritrovare una buona condizione. E Florenzi ha dimostrato fin dal ritiro di non aver mai perso la sua verve, nonostante un lunghissimo quanto estenuante esilio.
Ma ieri sera l'incubo è terminato. Dopo 325 giorni, Alessandro è tornato a solcare il campo in una competizione ufficiale. Ovviamente, a modo suo: un assist, tante giocate decisive ed un gol sfiorato, che gli hanno legittimato il titolo di migliore giocatore dell'incontro. "Con questa partita ho voluto far pensare di essermi soltanto preso un periodo di riposo" dirà al termine della gara, dimostrando di poter essere determinante fin da subito, come se nulla fosse successo.
Ed ad augurarselo non sono soltanto i tifosi della Roma, ma i supporter italiani tutti. Perché Florenzi tornerà ad essere un tassello importante anche per la Nazionale, attualmente priva di un terzino destro per l'infortunio di Conti. Certo, ci vorrà ancora un pochino prima di vederlo in campo in pianta stabile, ma il suo rientro sarà di fondamentale importanza anche per il morale. Dunque, non resta che augurare un calorosissimo bentornato al "bello de nonna".