Dai loro primi passi ad oggi sono passati 24 anni, un tempo nel quale sono stati in grado di scrivere nuove pagine di storia nella musica, macinando riconoscimenti e premi, successi commerciali e di critica.
Ormai il nome Daft Punk è un'icona universale, che in ogni angolo del mondo è sufficiente, da solo, a trascinare folle oceaniche al cospetto del duo francese. E pensare che il nome della band è legato ad una recensione estremamente negativa, una delle pochissime ottenute in carriera. Sembra passata un'era, tanto che il gruppo all'epoca aveva il nome "Darlin", ed era composto da un terzo membro, Laurent Brancowitz, che affiancava quelli che sarebbero diventati i caschi più famosi della musica techno, Guy-Manuel de Homem-Christo e Thomas Bangalter. Il sound del terzetto parigino era decisamente più rumoroso, al punto che il periodico Inglese Melody maker li definisce "a duft punky trash band". Brancowitz lascerà il gruppo, che adotterà il nome Daft punk, preparandosi a rivoluzionare l'immagine della musica elettronica.
Avverrà il 20 gennaio del 1997. I Daft punk fanno uscire Homework, è subito delirio. Le intenzioni non erano quelle di creare un disco, come dichiarato dallo stesso Bangalter, che dichiara di aver pensato di racchiudere in un album la gran mole di singoli prodotti in appena cinque mesi. Come suggerisce il titolo, l'album è praticamente prodotto in cameretta, come dei compiti, vengono utilizzati una batteria, un sintetizzatore ed un campionatore, poco altro. La lunghezza non è quella di pezzi techno o elettronici, around the world sfiora i sette minuti, e non si è mai capito di preciso in quale genere si possa identificare il disco al 100%. Una cosa è certa, con homeworks i Daft punk portano l'attenzione sulla French House, facendo raggiungere ad un disco di musica techno una popolarità che fino a quel momento aveva raggiunto solo il rock. Probabilmente è questo il motivo della grandezza dei due ragazzi francesi, che volevano sperimentate, che non sapevano di star scrivendo un pezzo di storia. Fino a quel momento, Dj et similia potevano anche essere ricchi, ma erano lontani dalla notorietà tipica delle rock star. Ai giorni nostri proprio un Dj, per di più francese, come David Guetta è conosciuto in tutto il pianeta. Molto lo deve ai suoi connazionali, che in ogni album successivo hanno mostrato di essere in continua sperimentazione, avvicinandosi al mondo del blues, del pop e dell'house classic, per sfiorare in alcuni pezzi anche il rock'n'roll del quale avevano distrutto la sacralità. Talmente iconici (anche grazie ai caschi con il quale vanno in scena) da apparire in videogiochi, ottenere riconoscimenti come aprire e chiudere le olimpiadi invernali a Sochi, ed essere addirittura paragonati per influenza ad un duo leggendario come Simon&Garfunkel. Dopo random acces memory, il 2018 sembra essere l'anno buono per vedere un nuovo album della coppia francese, che comunque ha abituato i fan alle lunghe attese. Tutti si chiedono quale sia il prossimo passo dei due maghi, quale sia il prossimo passo che porterà i robot ad essere più umani, oppure noi un po' più simili alle macchine. La certezza è che ci porteranno ancora qualche innovazione, senza mai essere banali. Cosa aspettarsi e cosa non aspettarsi dai padri fondatori della musica del futuro, dalle due più grandi icone pop viventi.