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L’Apparato Digerente, il Fegato e il Pancreas


L’apparato digerente, formato da un lungo tubo digerente (canale gastrointestinale), è il complesso degli organi adibiti alla masticazione del cibo, alla digestione degli alimenti, all’assorbimento dei principi fondamentali utili alla sopravvivenza del corpo umano, e all’eliminazione delle scorie del metabolismo. Il tubo digerente inizia con 1) la cavità buccale, preceduta dal vestibolo della bocca, con cui comunica tramite lo spazio retro-molare. La mucosa della cavità buccale è ricca di numerose e piccole ghiandole salivare (Parotide, Sottomascellare, Sottolinguale) che valgono a mantenerla sempre umida. I Denti, formati dalla Dentina e disposti ad arcata, presentano una forma varia (incisivi, canini, premolari e molari) e funzionalmente specializzata. La lingua, organo impari e mediano, occupa la cavità buccale e se ne distingue una base, un corpo (la cui punta è la parte più mobile dell’organo) e un apice. La superficie dorsale della lingua ed i margini sono dotati delle Papille Linguali: le papille filiformi recepiscono gli stimoli tattili, pressori e termici; le papille fungiformi oltre che tattili e termici, raccolgono stimoli gustativi per alcuni sapori; e le papille fogliate, rivestite dai calici gustativi, i quali sono deputati: a raccogliere stimoli per la sensibilità gustativa specifica e a trasmetterli, attraverso vie nervose sensitive, ai centri superiori, ove diventeranno percezioni gustative precise. 2) Passando per l’Istmo delle Fauci segue la Faringe (distinta in Rinofaringe, Orofaringe e Ipofaringe) dotata di alcuni muscoli che la stringono, sollevando contemporaneamente la laringe, impendendo il passaggio di piccole parti di sostanza ingerita nelle vie respiratorie. 3) Continua con l’esofago, un canale muscolo-membranoso lungo circa 25/30cm, distinto in tre parti: una porzione cervicale, una mediastinica e una breve porzione addominale. Il movimento del bolo alimentare lungo l’esofago è dovuto alla peristasi (onde ritmiche di contrazioni muscolari involontarie) della “Muscularis Mucosae”, che ritroveremo lungo tutto l’apparato digerente fino all’intestino retto. 4) Mediante il Cardias, si giunge allo Stomaco, un ampio sacco muscolare, rivestito dal peritoneo, lungo circa 30cm, che accumula il cibo e ne inizia la digestione. L’interno dello stomaco è rivestito da una tonaca molto spessa (4 strati: mucosa, sottomucosa, muscolare e sierosa) contente le ghiandole gastriche e le ghiandole piloriche. Le ghiandole gastriche contengono tre tipi di cellule: le cellule principali secernono pepsinogeno, che demolisce le proteine; le cellule parietali secernono acido cloridrico che uccide i batteri e facilita la conversione del pepsinogeno in pepsina; e le cellule mucose producono un’abbondante muco, che protegge le pareti dello stomaco dall’autodigestione. Le ghiandole piloriche producono l’ormone gastrina, la quale favorisce la contrazione muscolare dello stomaco e stimola la produzione di HCL, in risposta all’arrivo del bolo nello stomaco. Segnali nervosi di tipo simpatico e segnali ormonali attivano la motilità dello stomaco e la secrezione dei succhi gastrici, facilitando l’attacco da parte degli enzimi digestivi e il rimescolamento del bolo alimentare, trasformandolo in chimo, un liquido molto acido. 5) Allo stomaco, s tramite lo Sfintere Pilorico, segue l’intestino tenue, la parte del tubo digerente nella quale si completa la digestione e ha luogo l’assorbimento. Caratterizzato dalla presenza di numerose estroflessioni della parete, dette villi intestinali, è lungo più di 7mt e risulta diviso in tre sezioni: il duodeno e una parte più estesa, il digiuno e l’Ileo (l’intestino Mesenteriale, perché ricoperti dal Mesentere). Il duodeno, atteggiato a lettera c, sostiene la maggior parte della digestione. In esso si riversano le secrezioni delle ghiandole intestinali, che formano il succo enterico, quelle del pancreas (succo pancreatico) e la bile, che si mescolano con il chimo, trasformandolo in un liquido lattescente, detto chilo. Gran parte dell’assorbimento ha luogo attraverso le pareti del digiuno e dell’ileo: dalle cellule della mucosa intestinale, le sostanze passano nei capillari sanguigni contenuti nei villi, e tramite i capillari intestinali, confluiscono nella vena porta epatica, vaso che entra nel fegato. 6) L’intestino Crasso è la porzione in cui si accumulano i prodotti non digeriti e in cui ha luogo il riassorbimento dell’acqua e dei Sali. È lungo circa 1,5/2m ed è suddiviso in tre parti: cieco, colon e retto. Il cieco è situato alla fossa iliaca destra ed è legato all’appendice vermiforme (canale di 7/8 cm), con cui comunica tramite la valvola di Gerlach. L’assorbimento dei Sali e dell’acqua avviene soprattutto nel colon, che circonda il tenue ed è suddiviso in quattro parti: ascendete, trasverso, discendente, e sigmoideo. Le masse solide residue costituiscono le feci, che si accumulano nel retto e vengono espulse dall’ano (volontario, involontario) attraverso il rilassamento di un anello muscolare detto sfintere anale.

Il fegato, di colore rosso scuro e di consistenza duro-elastica, è la ghiandola più grande del corpo umano e riveste un ruolo fondamentale nella digestione del cibo, producendo la bile. Visto dall’alto è formato dal lobo destro o Grande Ala e dal lobo sinistro o Piccola Ala; osservandolo dal basso presenta altri due lobi e precisamente il lobo quadrato (avanti) e il lobo caudato (indietro). Sulla faccia inferiore è presente l’Ilo del fegato, ove penetrano l’arteria epatica, la vena porta, i nervi e da dove emergono i Condotti Epatici (trasportanti la bile) ed i vasi linfatici; mentre la porzione anteriore del solco destro accoglie la cistifellea, una vescichetta a fondo cieco che rappresenta il serbatoio della bile. Il sangue arriva al fegato per un 20% dall’arteria epatica, che trasporta angue ricco di 02, necessario per le cellule epatiche, e per il restante 80% dalla vena porta, che trasporta sangue povero di o2 e ricco di materiali nutritivi. Una volta arricchito delle sostanze prodotte dal fegato, il sangue esce dall’organo mediante la vena epatica, che confluisce poi nella vena cava inferiore. La bile, prodotta tra un pasto e l’altro, è un fluido basico riversato nel duodeno circa 30 minuti dopo l’inizio del pasto; è formata da Sali biliari, pigmenti biliari e colesterolo. Il loro ruolo è quello di emulsionare i grassi, favorendo l’attacco enzimatico da parte della lipasi. Oltre alla funzione digestiva, il fegato: regola la concentrazione di glucosio nel sangue (glicemia); produce l’urea; partecipa alla demolizione di frammenti di eritrociti invecchiati; produce le lipoproteine presenti nel sangue; interviene nel metabolismo degli amminoacidi e permette la demolizione delle sostanze nocive (detossicazione).

Il pancreas, grossa ghiandola di colore rosa a grande asse trasversale, è diviso in tre parti: una testa (accolta nell’ansa del duodeno, con cui comunica tramite il condotto di Wirsung e il condotto del Santorini), un corpo e una coda. L’organo presenta una duplice struttura e una duplice funzione (esocrina ed endocrina). La parte endocrina del pancreas è costituita dai cosiddetti Isolotti di Langerhans, in cui distinguiamo due tipi di cellule: le cellule alfa (20%) secernenti il glucagone, un ormone di natura peptidica a funzione glicogenolitica, che fa aumentare il livello di glucosio nel sangue (glicemia) favorendo la demolizione del glicogeno e la trasformazione degli amminoacidi in glucosio; le cellule beta (70%) secernenti insulina, un ormone ad azione opposta che favorisce l’assorbimento del glucosio e la sintesi di glicogeno. La secrezione alternativa di glucagone o insulina è regolata dal tasso di glucosio ematico, con un meccanismo a feedback che permette di mantenere costante la glicemia. Accanto a questi due tipi cellulari se ne distinguerebbero altri e precisamente: le cellule delta (5%) secernenti Somatostatina e Gastrina, ormoni polipeptidici che regolano la secrezione di glucagone e di insulina da parte delle cellule A e B; e le cellule C (5%), considerate cellule in stato di riposo funzionale.


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