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Si scrive Federer, si legge storia: ottavo titolo Wimbledon. Lacrime di gioia, le stesse di 16 anni

Roger Federer non dimenticherà mai il 16 luglio 2017. Il giorno in cui ha riscritto la storia del tennis, precisamente, la storia di Wimbledon.Lo svizzero è l’uomo più vincente del torneo, con 8 titoli vinti in 14 anni (2003,2004,2005,2006,2007,2009,2012,2017), superando Sampras e Renshaw, entrambi fermi a 7 titoli del Championships. Otto è il numero del campo in cui si è allenato poche ore prima della finale. 08/08 è la sua data di nascita. L'infinità di questa leggenda non può che essere accostata al numero 8. Ha annullato Cilic 6-3/6-1/6-4, non in grandissima forma a causa di dolori al piede. Il Centrale era palesemente tutto per Roger. Anche quando il croato si è fermato per i dolori, gli applausi del pubblico erano per incoraggiarlo a non ritirarsi, perché Federer avrebbe meritato di entrare nella storia giocando quella finale fino all’ultimo punto. Il matchpoint è arrivato proprio con il servizio, che nel corso degli anni lo ha aiutato a togliersi dalle situazioni scomode o a far vincere partite, come ieri. E proprio con l’ace che in questo torneo ha messo un altro record nella sua straordinaria carriera: nella prima sfida del torneo Roger ha fatto il suo 10 000° ace. Quindi, dopo aver visto scendere la pallina sulla riga centrale e fuggire via, spedita verso la vittoria, Federer è scoppiato in lacrime. La sua carriera iniziò con un pianto, dopo una vittoria soffertissima contro Sampras agli ottavi di finale di Wimbledon 2001.L’unica volta in cui i due si sfidarono ufficialmente in un torneo. Sembrò quasi un passaggio di consegna, e in effetti così è stato.

Negli occhi dello svizzero si intravedeva la gioia di un ragazzino, una gioia incontenibile. Lo cercava da tanto questo 8° titolo di Wimbledon. L’anno scorso era ad un passo, ma in semifinale il Re dovette arrendersi. Era ancora più vicino nel 2015 e nel 2014, ma nelle due finali trovò Djokovic che gli sbarrò la strada. Quindi, in quelle lacrime sono nascosti il sudore, la determinazione, la voglia di essere il più forte di tutti i tempi sull’erba, a casa sua. Perché Wimbledon è la sua casa. Il Campo Centrale è la sua dimora. Quest’anno ogni partita di Roger Federer è stata giocata sul Centrale. Sempre gremito di gente, per assistere a tutte le magie dello svizzero. E non ha mai deluso le aspettative. Non a caso non ha perso neanche un set durante tutto il torneo. Se l'è meritato. Doveva essere il suo anno. E per ora ha mantenuto un ritmo che solo una decina di anni fa avrebbe potuto mantenere. Potrebbe essere la sua ultima stagione, e a metà anno si ritrova già con 2 titoli Grandi Slam, Australian Open e Wimbledon, e 2 Masters 1000 e un 500 (Indian Wells, Miami e Halle). Da oggi sarà 3° nel ranking, scavalcando il connazionale Wawrinka nella classifica. Davanti a sé il rivale di sempre: Nadal. Sembra di esser tornati un po’ indietro nel tempo, con i due che stravincono qualsiasi torneo a cui partecipano. In questo momento nessuno può tenere il passo di questi due campioni. E agli appassionati di tennis questo non può far altro che piacere.

Un grande applauso va a Ivan Ljubcic, amico e attuale allenatore di Federer. Ivan è riuscito a migliorare il tennis di Roger in poco tempo, anche se poteva essere impossibile migliorarsi in età avanzata. Quello che si vede in campo è qualcosa di unico. Lo svizzero si diverte ancora quando gioca, e questo a 36 anni fa la differenza. Ma il suo allenatore ed il suo staff non sono gli unici a cui Federer deve tanto. Sua moglie Mirka, la fan numero 1, è sempre lì a sostenerlo. Questa volta sugli spalti (per la prima volta) c’erano anche gli ultimi due gemelli di 3 anni. E il pianto finale è stato scaturito anche quando Roger ha incrociato lo sguardo del settore dov’era seduta la sua famiglia ed il suo staff. Poi al momento della premiazione, ha guardato la coppa, se l’è baciata, se l’è coccolata, l'ha finalmente alzata. Si è goduto degli attimi che resteranno impressi nella sua memoria per tutto il resto della sua vita. Infine, ha dovuto rispondere a delle domande, di cui una molto diretta: “Giocherai anche il prossimo anno a Wimbledon?” Roger ha risposto lasciando qualche speranza ai fan: “Se starò ancora così è ovvio che torno a giocare. Ma a 36 anni le certezze sono poche. Comunque, il mio obiettivo sarà quello di tornare qui e difendere il titolo di questo anno”. L’eterno giovane non vuole smettere? O vuole solo prendersi dell’altro tempo per decidere definitivamente? Di certo dovrà vedere come si sentirà fino agli US OPEN. Si punta al 20° titolo Grande Slam. Prossima tappa: New York. Poi dovrà prendersi tutto il tempo necessario per capire se può spingere ad alti livelli un altro anno oppure lasciare tutto e ritirarsi. Una scelta che vorremmo potesse arrivare più tardi possibile.


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