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Foodie: la cucina è diventata Smart


Quante e quali differenze passano tra cucina "Tradizionale" e "moderna"? Nessuna. I piatti, le pietanze che li compongono, nel corse degli anni si sono evoluti, hanno subito cambiamenti radicali che però fondamentalmente non sono altro che fantasiosi riarrangiamenti degli stessi concetti base ai quali viene aggiunto o tolto un passaggio di produzione, un'ingrediente o un "mezzo di trasformazione"; è proprio su quest'ultimo che i "Foodies", i moderni utenti della cucina "smart", basano la propria cultura della cucina del 3° millennio. Senza trascendere nel campo molto complesso della cucina molecolare, i foodies "professano" la cultura dell'applicazione delle più moderne tecnologie alla preparazione dei cibi, quindi è possibile restringere ancora di più il campo analizzando la branca degli elettrodomestici più avanzati in materia.

Da banchi da lavoro Touch screen con collegamento a internet, passando per frigoriferi che controllano in autonomia le date di scadenza dei cibi fino ad arrivare a forni, cosiddetti Rational i quali cuociono molteplici pietanze a temperature diverse, con cotture diverse ma contemporaneamente; da far arricciare i baffi anche al buon Auguste Escoffier. Alla luce dei fatti il progresso ha fatto fare passi da gigante nella garanzia della qualità nella trasformazione dei prodotti in tutte le cucine del mondo, e tanti Chef devono le stelle "Michelin" oltre che al proprio talento alle costosissime attrezzature messe a loro disposizione, ma per i nostalgici tradizionalisti un piatto classico non può, ormai, più essere replicato e a causa del ricambio generazionale e a causa di alcune metodologie che si sono perse col passare degli anni, processi che rendevano i piatti unici ed inimitabili. Dalle pentole di rame nelle quali, nei vicoli di una Napoli che non c'è più, la Domenica mattina o addirittura il sabato notte "pippiava" l'imbattuto Ragù o i banconi in marmo sui quali mani scottate dagli impasti giravano i famosi "Cavatelli" di pasta fresca. C'è paura nell'ambiente che da oggi a 20 anni possa perdersi il senso della manualità che ha fatto innamorare tanti cuochi di questo mestiere, "l'incubo" delle stampanti 3D che sfruttano software ad alto rendimento che progettano nei minimi particolari intere strutture che poi realizzano con miscele di ingredienti, in tempi relativamente molto brevi. Mai sbattere la porta in faccia al progresso Tecnologico, però non è giusto perdere le tradizioni che hanno reso, nel nostro particolar caso, la Cucina made in Italy una delle prime 2 al mondo.


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