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“Voglio solo che accada qualcosa di vero. Solo una volta.” Black Mirror


Avete presente quei film in cui si esalta la tecnologia come se fosse un miracolo divino e la cosa più bella che potesse essere inventata?

Siamo così abituati a credere che il progresso migliori le nostre vite che lo rincorriamo continuamente: l’ultimo modello di Iphone deve essere nostro per selfie di una maggiore qualità; la TV in 4K deve essere assolutamente nel nostro salone per goderci al meglio le partite di calcio.

Ma fino a che punto gli schermi dei monitor e degli smartphone renderanno migliore la nostra vita senza sgretolarla sotto la luce di milioni di pixel?

BLACK MIRROR, serie britannica televisiva trasmessa per la prima volta nel 2011, ideata da Charlie Brooke per "Endemol" , con solo tre stagioni si è aggiudicata il titolo di “Serie puntata di diamante” di Netflix.

Ogni episodio è autoconclusivo: i personaggi, sempre nuovi, formano un tutt’uno con i propri strumenti tecnologici. Questa simbiosi, impossibile da scindere, permette ai protagonisti di vivere con dei microchip che consentono di visualizzare i ricordi personali e quelli degli altri. Ci sono luoghi dove l’unico scopo è guadagnare monete virtuali per abbellire il proprio avatar oppure contesti in cui più la recensione delle persone è positiva, più si fa parte dell’élite e si possono frequentare luoghi esclusivi. Quest’ultimo esempio, è un riferimento alla tendenza odierna di essere ossessionati dall’avere tanti “Like” e “Followers.”

Black Mirror mostra come più la tecnologia diventi umana, più il suo utilizzo sia disumano. Le persone, infatti, vengono trattate e usate fino allo sfinimento come oggetti. E’ una delle prime Serie Tv che condanna l’avanzamento della “scienza” in maniera cruenta e diretta, dove lo spettatore non potrà mai immaginare il finale di ogni puntata.

E’ importante sottolineare che anticipa alcuni fenomeni accaduti nella vita reale dopo la sua creazione.

Ad esempio:

  1. Nell’episodio 2x01 Martha perde Ash in un incidente stradale. Straziata, decide di comprare una riproduzione realistica del ragazzo in grado di pensare ed interagire come lui. Ciò, può essere paragonato all'odierna possibilità che ci da il nostro profilo Facebook per continuare ad esistere anche dopo il decesso con la “simpatica” scritta: "IN MEMORIA DI". Carino come Zuckerberg abbia deciso di trasformare un profilo online in una lapide, vero?

  2. Nell’episodio 1x03, come già anticipato in precedenza, le persone sono in grado di ricordare e rivedere tutto in un secondo momento. Successivamente, nel 2014, Google ha lanciato i cosiddetti “Google Glass” alla modica cifra di 1500$ fino ad esaurimento scorte.

  3. In “Giochi pericolosi” (3x02), l’utilizzo della realtà virtuale ha anticipato la creazione del visore VR della Playstation.

Black Mirror approfondisce la questione di come le persone siano continuamente bombardati da informazioni inutili che inconsapevolmente inducono al consumo: compriamo in maniera compulsiva senza sapere di cosa veramente abbiamo bisogno poiché l’importante è possedere.

Quasi nessuno è immune alla sterilità del progresso e chi prova ad essere diverso viene completamente troncato fuori dalla società. Il sesso è perennemente presente in tutte le sue sfumature: da quelle forme più comuni a quelle più contorte. Vi è l’immagine di una società malata e sessista (soprattutto nell’episodio “15 Milioni di Celebrità”) in cui le ragazze vendono il proprio corpo pur di diventare celebrità per poi essere abbandonate a se stesse.

La quarta stagione, pronta per quest’anno, continuerà la battaglia intrapresa fin dal principio: mostrare una società schiava della tecnologia. Oltre questo, Brooker ci dà un indizio: le prossime vittime potrebbero essere i bambini.

Il regista ha avuto l’abilità di creare episodi e sceneggiature sempre differenti dando una visione a 360 gradi di cosa significhi perdere il contatto con la realtà, non guardare più negli occhi il prossimo, non avere principi sani e incorruttibili.

Vi consigliamo di seguire la serie in quanto potrebbe sensibilizzarci a dare minore importanza a ciò che è inanimato e superfluo e a goderci i rapporti umani.


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