I Golden State Warriors battono i San Antonio Spurs con un punteggio di 129-115 ed entrano nella storia!
Sono, infatti, la prima squadra NBA ad iniziare i playoff ed a conquistare la finale con uno score all’attivo di 12-0. Dodici vittorie consecutive e zero sconfitte per i talenti californiani che si preparano, adesso, a conquistare il secondo anello in tre anni. Dopo aver vinto per il terzo anno consecutivo il titolo di campioni della Western Conference approdano di diritto alle Finals NBA 2017 dove con molta probabilità affronteranno i Cleveland di un certo Lebron James, ma che devono ancora fare i conti con i Celtics di Thomas e compagni, serie attualmente sul 2-1 per i Cavs.
Sarà una finale tutta da vedere! Curry e Durant stanno giocando la miglior pallacanestro della loro stagione. Steph probabilmente la sua miglior pallacanestro ai playoff di sempre. Dopo il calvario della scorsa stagione, in cui è stato menomato da acciacchi assortiti per tutta la post season. Stavolta ha usato le marce basse in stagione regolare, senza forzare. In gara 4 è salito al quinto posto di sempre per triple realizzate nei playoff, ma ha incantato soprattutto con le conclusioni al ferro, alla Irving, il dirimpettaio con cui verosimilmente dovrà fare i conti tra 10 giorni.
L’ultimo tango di Manu Ginobili
La lista dei traguardi e dei record raggiunti è davvero lunga, così come quella degli infortunati che hanno penalizzato in maniera evidente gli Spurs: Kawhi Leonard, Tony Parker e David Lee solo per citarne alcuni. Popovich alla fine è costretto a reinventare il quintetto, provando la carta small ball già dalla palla a due, schierando LaMarcus Aldridge e quattro piccoli sin dalla palla a due (Simmons, Mills, Green e Ginobili). Già, Manu, ritornato sul parquet dal primo minuto dopo 55 apparizioni consecutive ai playoff in uscita dalla panchina. "Il sesto uomo più titolare della storia NBA", verrebbe da dire con un po’ di malinconia oggi, vista l’ovazione che l’AT&T Center gli ha riservato alla sua uscita dal campo al termine di una sfida da 15 punti e 7 assist. I 40 anni ormai sono dietro l’angolo e l’ultima battaglia sembra essere quella che il campione argentino si è lasciato ormai alle spalle. “Un combattente incredibile; è sempre stato un piacere giocare contro di lui”, racconta ai microfoni Kevin Durant. Agli Spurs non bastano i 33 assist di squadra a referto e i 20 punti di un sorprendente Kyle Anderson, il miglior realizzatore tra i padroni di casa. Golden State infatti segna 31 o più punti in ognuna delle quattro frazione e chiude il match tirando con il 55.8% dal campo: un clinic offensivo di fronte al quale San Antonio è stata costretta ad alzare bandiera bianca.
Si chiude, cosi, la Western Conference Finals con il pubblico texano del AT&T Center che riserva una standing ovation ai campioni californiani ed al loro “El Contusion “(Manu Ginobili) idolo di generazioni di cestisti nel mondo. Golden State mette per la terza volta di fila il cappellino delle Finals e si rilassa fino al primo giugno, data di Gara-1 della finalissima, guardando i possibili avversari.