Ci sono momenti nella vita di un calciatore che non si dimenticano facilmente. Che sia la vittoria di un prestigioso trofeo o un'amara sconfitta poco importa: un professionista esemplare riesce a ricavare il massimo da qualsiasi prova, edificando così il proprio muro di esperienze.
Eh già, proprio quel muro che si è costruito John George Terry con la maglia del Chelsea, indossata per la prima volta all'età di 14 anni. JT era soltanto un ragazzino, ma in lui già si notava lo spirito agonistico che lo ha contraddistinto per tutta la durata della sua carriera. E, infatti, gli sono bastati soltanto tre anni, prima che l'allenatore dei Blues, Gianluca Vialli, lo facesse esordire tra i grandi: da allora la sua carriera è stata accompagnata da numerosi riconoscimenti, individuali e non.
La svolta decisiva arrivò con l'avvento del nuovo millennio. Tornato dal prestito secco col Nottingham Forrest, Claudio Ranieri lo ritenne pronto per una maglia da titolare al fianco di Desally, imponendosi dunque come la nuova stella di Stamford Bridge. In quell'anno arriverà anche il primo gol in carriera nel sentitissimo derby contro l'Arsenal, terminato poi 1-1.
Però, come ogni storia, anche questa avrà una fine. Terry a fine stagione terminerà la sua avventura al Chelsea dopo 22 anni ed oltre 700 presenze, che lo proiettano di diritto nell'Olimpo dei giocatori più rappresentativi del club londinese. I Blues non perderanno soltanto un giocatore, ma un'istituzione, una leggenda.
Un protagonista del campo (e non solo) che lascerà un vuoto quasi incolmabile anche nel cuore dei tifosi, gli stessi con cui ha condiviso gioie e dolori. Perché nonostante i 18 trofei vinti c'è forse un solo grande rimpianto nella sua carriera, ovvero il rigore sbagliato nella finale di Champions League del 2008, che indirizzò il trofeo ai rivali del Manchester United.
Sicuramente le lacrime di quella notte ora sono soltanto un lontano ricordo, spazzate via quattro anni più tardi nella finale di Monaco, che consegnò a Terry e compagni il titolo di campioni d'Europa. Ma il luccicone sul suo volto è tornato proprio ieri sera, in occasione della sfida interna contro il Watford. JT ha aperto le marcature della gara, lasciando trasparire un velo di emozione per quello che, probabilmente, sarà il suo ultimo gol con la maglia del Chelsea.
Prima di lasciarsi definitivamente, però, c'è ancora un trofeo da alzare (la Premier League) ed uno da conquistare (la FA Cup, il prossimo 27 maggio) per concludere così uno dei capitoli più belli della storia del calcio. Comunque andrà, un'eco rimbomberà per sempre a Stamford Bridge: JT CAPTAIN, LEADER, LEGEND.