Quando si parla di intelligenza (sostantivo latino intelligentĭa, proveniente dal verbo intelligĕre) ci si chiede spesso cosa significhi essere intelligenti e soprattutto se sia più corretto parlare di “intelligenza” o di “intelligenze”.
In rapporto a questo ultimo interrogativo, H.Gardner, individua 7 diversi tipi di intelligenza:
1) Linguistica;
2) Musicale;
3) Spaziale;
4) Logico-Matematica;
5) Corporeo-Cinestetica;
6) Intrapersonale;
7) Interpersonale.
Contestando il concetto di intelligenza generale ed astratta, coincidente con una visione monodimensionale della mente, si afferma una concezione pluralistica dell’intelligenza che si manifesta in diverse forme e dà luogo a vari stili cognitivi individuali.
Partendo dal presupposto che l’intelligenza non è, come per J.Piaget, capacità di risolvere problemi ma capacità di risolvere problemi e creare prodotti; secondo Gardner ogni individuo ha un potenziale intellettivo quantitativamente e qualitativamente differenziabile: l’intelligenza è molteplice e ciascun soggetto usa in modo prevalente una intelligenza o una combinazione di più intelligenze, selezionando e organizzando gli stimoli ambientali.
Nessuna intelligenza è, di per sé, esaustiva ma è la combinazione qualitativa di queste e l’educazione al loro equilibrio che consente di produrre il corretto e puntuale funzionamento dei processi esecutivi.
Questo significa essere intelligenti: saper utilizzare la giusta abilità/intelligenza nel momento corretto.
È quindi un errore cercare di comparare le intelligenze perché ogni intelligenza dovrebbe essere concepita come un sistema a sé che agisce attraverso le proprie strategie e i propri schemi di valutazione.
Nello spettro delle sette intelligenze che Gardner propone è possibile evidenziarne quattro in particolare: la spaziale, la musicale, la logico-matematica e la corporeo-cinestetica, la cui combinazione ed interazione determina quella che possiamo definire l’intelligenza della corporeità.
Le intelligenze del corpo non si esauriscono alla sola attività motoria ma rispondono ad una combinazione singolare di più intelligenze che: quando sono concentrate verso l’interno, sono limitate all’esercizio del proprio corpo, ma se rivolgiamo l’attenzione verso l’esterno si giunge ad una concezione individuale che modificherà di continuo, influenzando i pensieri e il comportamento.
La “teoria delle intelligenze multiple” tuttavia riceve ancora significative resistenze proprio in ambito scolastico, dove l’idea di intelligenza rimane fondamentalmente ancorata all’utilizzo di abilità di tipo linguistico-verbale e logico matematico che restano, di fatto, quelle propriamente valutate ai fini della misurazione del rendimento.
Fonte: H.Gardner, Formae mentis. "Saggio sulla pluralità delle intelligenze", Feltrinelli, Milano, 2002.