top of page

Battery Drain: La scienza del consumo

L’autonomia della batteria rappresenta una vera e propria problematica per la maggior parte degli smartphone attualmente esistenti; partendo dalla premessa che non esistono (o meglio, non dovrebbero) cattive batterie, ma solo proprietari incuranti. Non ci si può sicuramente aspettare che uno smartphone con doppio display abbia la stessa tenuta dei dispositivi di inizio secolo, anche considerando fattori come voltaggio, amperaggio, risorse, e richieste. Quindi, data la seguente base, eliminiamo sciocchi paragoni tra alcuni tipi di dispositivi. Uno smartphone, un tablet, non possono avere una autonomia di diversi giorni (specie a schermo acceso); chi ci riesce o è un illuso o non usa il dispositivo come “Cristo comanda”. Sicuramente, anno dopo anno, gli hardware diventano sempre più potenti (CPU, memorie, sensori, e via dicendo). Non bisogna inoltre dimenticare, che grazie ai recenti aggiornamenti, i sistemi operativi si fanno sempre più ricchi di funzioni; il solo chiamare e messaggiare sono diventati ormai obsoleti. Ciò vale a dire, che tanto più sono le risorse, tanto più sono i consumi. Ma quindi come possiamo delineare in linea di massima quando una batteria va sostituita o ricalibrata? Come possiamo comprendere “le colpe” di una batteria poco efficiente o di un sistema operativo troppo pesante? Cercheremo in questa guida di essere il quanto più specifici possibile.

Partiamo innanzitutto da una conoscenza base delle batterie e delle unità di misura. Il milliampereora è un sottomultiplo dell'ampere-ora (Ah), pari a un millesimo di amperora. Il suo simbolo è mAh. Questa è l’unità di misura che ci accompagnerà per tutta la durata dell’articolo, e che deve riguardarci ogni qual volta parliamo di battery drain o di autonomia della batteria.

Da un punto di vista squisitamente storico, è nel lontano 1991 che l’asiatico Akira Yoshino creò la prima batteria basata sulla tecnologia che sfrutta gli Ioni di Litio, le cosiddette batterie a Li-Ion. Due furono le aziende che ebbero fiducia nel progetto tra cui la Sony, che rese possibile la commercializzazione di questa tipologia di batterie destinata a sostituire gli accumulatori Nichel-Cadmio. Oggi le batterie basate sul litio si possono dividere sostanzialmente in 2 categorie: le Li-Ion e le Li-Po. Nel tempo le batterie al litio ebbero un gran successo, non solo grazie alla loro diffusione, ma anche perché non soffrivano del famoso “effetto memoria”: esso si palesa quando la batteria viene messa in carica sempre allo stesso livello di scarica, creando un falso fondo di barile (per esempio se si mette la batteria in carica sempre quando è al 30% quel 30% diventerà, per effetto della memoria della batteria lo 0%, quindi si avrà una batteria scarica quando in realtà se ne ha un altro 30%).

Bisogna ovviamente tenere in considerazione quindi sia degli effetti positivi che negativi:

Dall’altra parte ritroviamo le batterie ai polimeri di litio, dette anche Li-Po queste sono molto utilizzate per i prodotti inerenti all’elettronica di consumo, come smartphone e tablet, che necessitano di una buona capacità di energia all’interno di uno spazio ridotto. Le batterie Li-Po sono state commercializzate solo intorno al 1996, in quanto all’inizio erano destinate a progetti segreti della milizia sovietica e statunitense. Furono rese disponibili al grande pubblico solo dopo la caduta del muro di Berlino.

Le metodologie di manutenzione e conservazione delle 2 tipologie di batterie è pressoché identico visto che l’unica cosa che le differenzia è il processo di produzione ma non la chimica sulla quale sono basate ovvero il Litio. E’ giusto quindi anche dire che la batteria perfetta non esiste; sicuramente in un futuro, più o meno remoto, saranno rintracciate nuove forme di energia che saranno adattate anche ai device del momento, ma in questa precisa epoca storica, dobbiamo accontentarci di ciò.

È stato affermato che le batterie al Litio non soffrono dell’effetto memoria ma purtroppo i sistemi operativi “SI” e non ne sono esenti Android, iOS, Windows e OS X; in questi casi la batteria necessita di una calibrazione: questa acquisisce il suo grado di efficacia solo se attuata almeno una volta al mese o dopo l’installazione di una nuova rom o kernel Android, o modifiche al comparto modem del sistema.

La calibrazione consiste nell’effettuare un intero ciclo di carica/scarica effettuando delle piccole accortenze:

  1. Far scaricare il dispositivo non al di sotto del 10% (Perché arrivare allo 0% fa male)

  2. Caricare il telefono da spento fino al raggiungimento del 100% di carica

  3. Accendere il dispositivo mentendo il caricatore connesso e staccarlo solo dopo un minimo di 2 minuti dalla fine dell’accensione del dispositivo

  4. Effettuare i passaggi da 1 a 3 per 2 – 3 volte di seguito

Un’altra controindicazione dell’effetto memoria dei sistemi operativi è che al primo avvio di un dispositivo è consigliato mettere in carica il dispositivo fino al 100% di carica, senza utilizzarlo.

Se la batteria non verrà usata per un lungo periodo di tempo è consigliato conservarla con circa il 50% di carica residua, in un luogo fresco, in quanto, come detto in precedenza, il calore deteriora più velocemente la batteria.

DOMANDE & RISPOSTE

Il nucleo di tale processo è quindi lasciare il caricatore attaccato alla presa quando si termina ogni ciclo di calibrazione?

Oui. Accendere lo smartphone con il caricatore ancora inserito, consentirà al sistema operativo di "notare" l'errore di lettura della carica. I cicli di calibrazione risultano quindi vitali per allineare le tensioni delle singole celle della batteria, mentre dall’altra parte, il trucco della presa inserita all'avvio permetterà di aggiornare i file di configurazione per adattarli al nuovo livello di carica.

Se raggiungiamo il 100% di carica, e stacchiamo subito il caricatore prima dell’avvio del device, l'aggiornamento del battery status potrebbe non avvenire e lo smartphone sarebbe costretto ad utilizzare i valori di carica precedenti, che non sono per nulla conformi alla reale tensione presente nella batteria quando completamente carica.

L'aggiornamento di tale stato (e di tale configurazione) andrebbe attuato quando la batteria è al massimo della carica, ma anche della tensione: ciò è perseguibile solo con il dispositivo ancora attaccato alla presa di corrente.

Come si ricarica normalmente un dispositivo senza ricalibrare?

Nel momento in cui lo smartphone raggiunge il 5/10% di carica restante, spegnetelo e mettetelo sotto carica per qualche oretta (2 ore, ma è del tutto indicativo).

Quando si tratta di cicli normali è importante non scaricare completamente il dispositivo, in quanto, se questo è stato calibrato correttamente in precedenza, per la batteria sarà più semplice mantenere gli stessi livelli di tensione per ogni cella.

Il raggiungimento della soglia residua della batteria è di solito notificato da Android con un suono associato ad un popup: non appena lo smartphone vi segnala ciò, spegnete e ricaricate.

Quando viene raggiunto il 100% di carica è possibile rimuovere il caricabatterie da subito, ciò ovviamente sempre dopo aver acceso il telefono. I cicli di carica si consiglia di attuarli sempre a device spento: di fatti, ricaricare lo smartphone da “acceso” richiederà più tempo, maggiore energia e calore (e abbiamo già detto che l'eccessivo calore danneggia la batteria). Senza considerare che ciò potrebbe portare anche ad una scalibrazione peggiore visto la differente corrente di ricarica utilizzata.

È utile utilizzare applicazioni volte alla ri-calibrazione?

No, in quanto dannose e inutili

I programmi sviluppati in tal senso si limitano a cancellare (attraverso il radicamento del device) il file batterystats.bin (presente in data/system/) che (secondo alcuni sviluppatori) è fondamentale per aumentare la durata della batteria.

Errore! Quel file rappresenta un monitoraggio (sotto forma di .log) delle operazioni eseguite dalle applicazioni e dal sistema quando lo smartphone non è in carica (Il tutto visualizzabile in Menu, impostazioni, Batteria/risparmio energia).

Il device si è scaricato completamente prima dei cicli previsti e non ho il caricabatterie con me: come agisco ora?

Un ciclo standard andrà più che bene.

Ponetelo sotto carica per qualche ora e una volta raggiunto il 100% avviate lo smartphone con il caricabatterie ancora inserito. Considerate questo come un ciclo "normale", non azzerate il conteggio dei cicli per via di questa situazione sgradevole.

La procedura sopra indicata è utile per inizializzare un nuovo dispositivo, o tentare di recuperare il tuo vecchio smartphone che pian piano diminuisce la propria autonomia. Esistono ovviamente anche altri accorgimenti:

Versione OS installata

È pressoché impossibile che una nuova release di firmware (che sia esso Android o Windows phone) possa influire oltre il 10%. In tal senso, bisogna considerare l’esistenza di applicazioni, che in maniera conflittuale, svolgono le medesime operazioni (Asus ad esempio connota nei propri firmware applicazioni simili a quelle preinstallate da Google). In tal caso di consumo anomalo potremo persino optare che l’upgrade non sia andato a buon fine, e che esistono ancora dei file in background appartenenti alla vecchia release. Esistono ovviamente anche opinioni riguardanti circa il reparto “MODEM”; in quanto anche questo può influire positivamente/negativamente sulla batteria.

COME AGIRE

In caso di aggiornamento firmware, cambio rom, cambio kernel o via dicendo, si consiglia un hard reset completo da recovery che comprenda; wipe data, wipe cache, wipe battery status. Disinstallare inoltre le applicazioni non compatibili, o se preferite, utilizzare le sole gapps di google, le quali sono ottimizzate per ogni tipo di device ed uso. Infine se il problema rimane, è suggerito provare ad utilizzare anche un comparto modem differente: questo lo si può reperire attraverso i siti dei produttori.

Applicazioni installate

Più che dalla loro quantità, il consumo della batteria deriva da applicazioni poco ottimizzate che richiedono enormi sforzi in ram e CPU. Spesso in questa categoria troviamo proprio quelle di cui non possiamo fare a meno, come ad esempio le applicazioni di Facebook e Whatsapp, le quali sono poco ottimizzate per alcuni dispositivi. Se aggiungiamo che quelle nominate, e altre, utilizzando anche la connessione a internet, otteniamo un mix perfetto tra consumo e disperazione. Se si vuole anche considerare che oltre Whatsapp e Facebook, molti utilizzano CHAT, Viber, Samsung account, sinronizzazione di outlook e gmail, riusciamo realmente a comprendere perché mai l’autonomia cali drasticamente.

COME AGIRE

Se da una parte non possiamo rinunciare a determinate applicazioni, cerchiamo perlomeno, di eliminare, disinstallare, o disattivare, quelle che occupano spazio in RAM e che non utilizziamo. Ovviamente, il vero reset della ram avviene solo con lo spegnimento e l’accensione del dispositivo; ma a partire da JellyBean, tutti i sistemi operativi contengono una funzione di default che permette di ottimizzare la ram e di conseguenza aumentare l’autonomia del dispositivo.

Luminosità del display

Che si tratti di schermi AMOLED o SUPER AMOLED, o LCD, quanto più un display è ampio, tanto più sono i consumi.

COME AGIRE

Abbassare il livello di luminosità al minimo; gli ultimi tipi di display (oltre che alcuni pellicole in vetro) permettono una facile lettura nonostante la presenza dei raggi del sole.

Connessione Dati Operatore

Le connessioni WIFI sono più stabili e meno dispendiose (in termini di energia) rispetto alle reti 3G ed LTE; in particolar modo le RETI MOBILI, se lasciate attive, anche se il dispositivo è in stand-by, comporta un consumo alto. Se a ciò associamo che spesso e volentieri utilizziamo la rete telefonica per l’uso di Skype, Facebook, e Whatsapp la catastrofe è assicurata.

COME AGIRE

Basti solo ricordare che quanto terminato, è necessario disattivare la rete mobile.

Ricordate inoltre, che quando viene inizializzato un nuovo device (questo comprende anche i fenomeni di Re-flash del firmware) tutte le connessioni e hardware si avvieranno automaticamente - per questo è necessario ricordarsi di disattivare:

  1. NFC

  2. BLUETOOTH

  3. GPS

  4. SINCRONIZZAZIONE AUTOMATICA (Impostarla manuale)

La calibrazione è altamente consigliata (come già detto) ogni 30-40 cicli di carica/scarica, e quindi indicativamente ogni mese

ACCORGIMENTI PER DISPOSITIVI CON ROOT

Sostanzialmente, tutto ciò di cui abbiamo discusso fino ad ora è applicabile ad ogni genere di device, con ogni genere di problematica inerente all’autonomia e alla durata della batteria. Attraverso però lo sblocco del device mediante root, è possibile sfruttare ulteriori accorgimenti che possono, in tal senso, rendere la batteria più autonoma ed efficiente.

Le premesse quindi sono:

  • Root

  • Xposed framework

Greenify

La di questo modulo sta nella possibilità che ci offre nell’ "ibernare" le applicazioni che restano attive in background anche quando non ne abbiamo necessità.

Greenify consente di freezare queste applicazioni quando non girano in primo piano.

L’utilizzo è intuitivo: dopo averlo installato e avviato, il programma mostra gli applicativi presenti sul nostro device e li divide in tre sezioni:

- Applicazioni in background

- Applicazioni che rallentano il dispositivo

- Applicazioni avviate ultimamente

Per frezzare un’applicazione, basta tapparci sopra e questa viene inserita in una nuova sezione, “Ibernati"

Questo rappresenta l'elenco di quelli selezionati, che puoi comodamente dissbernare.

Per introdurre il discorso sulla seconda metodologia per il risparmio batteria è necessario fare alcune premesse di carattere teorico e generale.

Il nostro dispositivo ovviamente consumerà più energia in base alla frequenza di utilizzo della CPU (prendiamo in considerazione una frequenza di 2,0GHz, quella è la frequenza massima, ma può lavorare a varie frequenze intermedie, o basse). Il deep sleep è lo stato più basso, quello di “riposo”, che comunemente chiamiamo standby (quell’esatto momento in cui mettiamo il “blocca tasti”). In questa situazione il telefono è comunque attivo (più ricevere chiamate, messaggi, notifiche, e così via) ma il suo consumo energetico è al minimo. A volte la causa del consumo anomalo di CPU (Central Processing Unit - l'unità di elaborazione centrale, il cuore vero e proprio di un sistema; è l'unità che controlla e sovrintende a tutte le funzioni della macchina.) è da ritrovarsi però anche dal fatto che il telefono passa poco tempo in deep sleep.

Ciò avviene per colpa del wake lock, ovvero di una richiesta di “risvegliarsi”, eseguita dall’hardware (kernel wakelocks) o dal software (partial wakelocks).

Dovreste già aver capito che questi sono i "nemici" della vostra batteria. Ma c'è un modo per controllarne la frequenza, la durata del processo, il nome e quindi, conseguentemente, c'è anche un modo per evitare che si presentino. Innanzitutto è necessario però conoscerli:

Kernel Wakelocks

Alarm_rtc: Questo è il wakelocks che attiva i messaggi push derivati dalla sincronizzazione.

SOLUZIONE: disattivare la sincronizzazione automatica di applicazioni e widget, oppure settare degli intervalli di tempo abbastanza lunghi. Deleted_wake_locks: Questo wakelocks si riferisce invece a dati non più presenti e ad applicazioni disinstallate o disattivate che causavano risvegli/wakelock.

SOLUZIONE: in genere basta riavviare il sistema, non è un wakelock di cui preoccuparsi particolarmente. Se il problema persiste anche col riavvio basta effettuare un wipe cache e wipe dalvik cache da recovery.

l2_hsic: Questo wakelocks si rifà ad una corrotta/cattiva comunicazione con l'APN.

SOLUZIONE: Potete risolvere ricreando un nuovo APN identico al precedente dalla sezione "reti mobili" nel menù impostazioni.

mmc0_detect, mmc1_detect, mmc2_detect: Sono wakelocks inerenti al controllo del sistema sui dispositivi di archiviazione (memoria di massa, micro sd, partizioni, ecc).

SOLUZIONE: Potete fare ben poco per questo wakelock, ma solitamente influisce solo nei primi istanti di accensione del dispositivo oppure dopo uno scollegamento del cavo USB dal PC. Influisce molto poco sulla batteria.

sdio_al, sdio_dmux: Questo wakelock sembra si rifà al collegamento dati mobile.

In particolare questo è indotto da una non completa e perfetta gestione della baseband della propria linea, cosa che genera un conflitto ed interpella la CPU per migliorare il segnale della connessione dati.

SOLUZIONE: Per sistemarlo è necessario controllare di aver su la giusta baseband. In alternativa, staccare e riattaccare le connessioni

suspend_backoff: È il wakelock correlato ad un processo, solitamente il Wi-Fi acceso, che impedisce al telefono di andare in deep sleep.

SOLUZIONI: È sufficiente recarsi nella sezione Wi-Fi, successivamente in "avanzate", selezionare "tenere attivo durante la sospensione" ed indicare la voce "mai". Si consiglia inoltre in wipe cache e dalvik cache.

vbus_present: Questo wakelock ha che fare con collegamenti via cavo (USB ed alimentatore A/C). Ricorda inoltre che il telefono non va in deepsleep se è sotto carica.

wlan_rx, wlan_rx_wake, wlan_wake: Questi risvegli sono genarati da traffico internet (sincronizzazioni automatiche eventualmente attivate).

SOLUZIONI: disattivare sincronizzazioni, rete dati e Wi-Fi quando non necessari e mettere in modalità aereo quando non serve la linea telefonica.

PowerManagerService: dovrebbe essere il Kernel WL più frequente, dato che il suo scopo è quello di indicizzare i Partial WL, che vedremo tra poco.

PARTIAL WAKELOCKS

ActivityManager family: Welock generato da applicazioni che rimangono attive in background o che svolgono attività di sincronizzazione automatica.

SOLUZIONE: Rimuovere i dati in background (chiudendo l’applicazione nel task manager apposito, cancellando la sua cache da Impostazioni/app e pigiando arresto forzato) o utilizzare moduli come Greenify (Xposed framework) per congelare gli applicativi in questione

AlarmManager: È sicuramente uno dei wakelock più importanti, in quanto raccoglie tutti gli allarmi causati dalle app (e non solo le sveglie impostate dall'Orologio, come potrebbe suggerire il nome, bensi tutte le notifiche push delle applicazioni che le prevedono, come Whatsapp e messenger).

SOLUZIONE: Alcune rom permettono di giostrare i tempi di aggiornamento delle applicazioni che prevedono notifiche push, e anche alcune applicazioni in tal senso ne permettono la personalizzazione. Tra poco però vedremo come settare ogni singola voce per aumentare l’efficacia della batteria senza diminuire di troppo i wakelock. Consideriamo solo per ora i processi legati a suddetto Wakelock:

  • android: allarmi legati all’OS montato

  • com.android.providers.calendar: allarmi legati al Calendario di sistema, appaiono anche senza l'impostazione di promemoria.

  • com.android.vending: allarmi legati al Google Play Store.

  • Non disattivare gli autorun del Market ufficiale, in quanto ciò potrebbe portare all’impossibilità di accedere allo store. Dalle impostazioni dell'applicativo stesso però si possono disattivare gli aggiornamenti automatici e le relative notifiche.

  • com.google.android.gsf: Google Services Framework, ovvero sincronizzazioni di tutto ciò che è collegato ad un account Google. SOLUZIONE: Impostazioni, Account e sincronizzazione. Disattivare le opzioni di sincronizzazione automatica e attivarle solo quando ne si ha necessità.

AudioOut_1: suoni dell'altoparlante legati al sistema Android

SOLUZIONE: Impostazioni, Suono. Togliere la spunta a Toni, Suono sfioramento, Suono blocco schermo e Vibrazione al tocco.

AudioOut_2: è un wakelock che viene attivato da molti giochi anche col volume spento, oppure da programmi installati che vorrebbero far suonare gli altoparlanti. Se ci fate caso anche le precedenti versioni di Viber denotavano questa funzione, che è stata poi risolta con ulteriori release. SOLUZIONE: Disabilitare tutte le app non strettamente necessarie dall'esecuzione in background (Greenify in questo caso da un grosso aiuto). In alternativa, è possibile disattivare l'audio di una singola applicazione con il modulo Xposed App Settings (spunta su "Mute" inerente all’app che vi interessa).

ConnectivityService: Wakelock legato alla ricerca della rete.

SOLUZIONE: Cercate il comparto modem che vi garantisce la maggior stabilità di segnale. Inoltre, se siete connessi via WIFI ricordate di staccare i dati mobili.

GTALK_ASYNC_CONN family: è una famiglia di wakelocks non inerenti a Google (nonostante il nome GTALK), bensì allo scarso segnale Wi-Fi.

SOLUZIONI: Per migliorare lo status di questo wakelock, è sufficiente staccare il Wi-Fi o eseguire un wipe dalvik cache. Oppure, mediante Root Explorer, aggiungere "0.0.0.0 mtalk.google.com" al file etc/hosts.

MediaScannerService: Questo wakelock è generato dalla ricerca di file multimediali sia nella memoria di massa principale che nella micro sd.

SOLUZIONE: wipe cache & wipe dalvik cache. Se non riuscite a risolvere, cancellare i dati delle applicazioni da IMPOSTAZIONI/APP di: Archivio multimediale, Gestore download, Download, Archivio contenuti DRM, Galleria, Google Services Framework e tutti i lettori musicali e grafici di cui disponete. In alternativa si può provare a disattivare il servizio Media Scanner ed eseguirlo manualmente.

multipdp: Ennesimo Wakelock legato alla rete internet mobile: basta seguire i consigli precedenti

NetworkLocationLocator, NlpWakeLock, NlpCollectorWakeLock: Cosi come si può intuire, questo wakelock si ricollega alla localizzazione di rete.

SOLUZIONE: disattivare l'app di sistema “Localizzazione rete” (Impostazioni /Gestione applicazioni-App /Tutto/Localizzazione rete/Disattiva).

RILJ: Questo wakelock è provocato dalle attività telefoniche (chiamate, SMS).

SOLUZIONE: Provate a cambiare comporto modem, ovviamente attuate prima un backup

Show keyguard: È un wakelock che fa direttamente riferimento alla lockscreen, o meglio dire la schermata di blocco che connota widget come “meteo” o “calendario”

SOLUZIONE: Eliminare i widget da tale schermata.

SyncLoopWakeLock: Wakelock generato dalla sincronizzazione di alcune applicazioni o da una cattiva copertura della rete internet.

SOLUZIONE: Limitare il più possibile la frequenza di aggiornamento e notifiche push delle applicazioni segnalate.

Ovviamente questi sono quelli più diffusi e importanti; redarne una lista di tutti, e spiegarli nelle minime singolarità sarebbe assai difficoltoso. Ma quali sono le applicazioni che generano i Partial Wakelocks?

- Facebook

- Gmail o altri client email

- Latitude

- Maps (si consiglia di disattivarne l'autorun tramite il modulo Gemini)

- Juice Defender e tutte le app che temporizzano la connessione internet

- Skype

- WhatsApp

- Tutti i widget meteo, ram, CPU (si consiglia di disattivarne l'aggiornamento periodico).

Nessuno sta proponendo di disinstallare applicazioni, di iniziare una caccia ai Wakelock; suddetti processi però, attraverso vari accorgimenti (come già segnalati) devono essere monitorati, in quanto, la loro stabilità, può produrre fino 2 ore di schermo in più rispetto ad altre utenze.

Esiste un modo prevenire alcune di queste situazioni spiacevoli? Si, e adesso vi propongo qualche piccolo accorgimenti:

  • Quando installate un nuovo gioco o applicazione, controllate i permessi (da Impostazioni/App) che necessita per funzionare: di qui, se rintracciate permessi che influiscono sulla linea o sulla geolocalizzazione, e sapete che non sono necessari, negateli.

  • I social network non vanno sincronizzati.

  • Non sincronizzate client mail che dispongono di notifiche push, ma stabilite intervallo di scansione limitato a seconda delle vostre esigenze.

Perché abbiamo parlato di tutto questo? La base teorica che ho cercato di offrire è necessaria per la manipolazione dei Wakelock, mediante modulo xposed: Amplify Battery Extender PRO

Amplify Battery Extender PRO

Questo modulo monitora le frequenze del device e ci dà la possibilità di decretare i tempi di risveglio delle nostre applicazioni.

Per un efficiente risparmio di batteria possiamo giostrarci tra i vari servizi di allarme, servizi e wakelock; questi ultimi non sono altro che flussi di dati input/output dei vari pacchetti delle nostre applicazioni. Una volta attivato tale modulo, avviarlo, settando i seguenti dati:

SCHERMI

In ultima istanza dobbiamo considerare la varietà di schermi esistenti all’interno del mercato dei device; può sembrare un elemento da poco, ma invece, il primo fattore che incide sul risparmio/abuso di batteria è proprio la tipologia di schermo usata oltre che alla sua portata; che differenza c'è quindi tra uno schermo AMOLED, un Super AMOLED ed un LCD? E di preciso in cosa si differenziano da uno schermo in Retina?

Schermi LCD

LCD sta per Liquid Crystal Display; la sua composizione si rifà ad una matrice di cristalli liquidi retroilluminati. Gli schermi LCD si dividono in due categorie: TFE e IPS. La prima nominata è un'evoluzione della seconda ed è stata molto di più adottata (come soluzione) per i device di fascia alta negli ultimi anni. Una curiosità sugli LCD è che il loro sviluppo è stato globalizzato anche grazie al loro basso consumo e dalle ottime prestazioni sotto la diretta luce del sole, grazie alla retroilluminazione dei pixel. Proprio perché retroilluminato il display LCD mostra contrasti meno definiti rispetto a quelli visibili su altre tipologie di schermo.

Schermi AMOLED

I display AMOLED connotano anche questi una matrice attiva, come negli TFT degli LCC; anche in questo caso ogni pixel è connesso ad un transistor ed un capacitor individualmente, mentre OLED è semplicemente è un materiale organico che emette luce quando è attraversato dalla corrente. Ciò significa che i display OLED offrono neri più intensi e consumano meno batteria se si utilizzano temi scuri o immagini scure, allo stesso tempo però i temi “light” consumano più energia. I display AMOLED rispetto agli LCD sono più costosi da produrre.

Proprio perché i pixel neri sono "spenti" sui display OLED, i contrasti sono maggiori rispetto a quelli mostrati dai pannelli LCD. Lo stesso non può essere detto della visibilità sotto la diretta luce del sole, nettamente migliore per i display LCD grazie alla retroilluminazione. Trattandosi di un display organico, le bruciature del display, o dei singoli pixel, sono fattori che possono venirsi a presentare

Un vantaggio dato dagli AMOLED è che possono essere resi più sottili e quindi più flessibili rispetto agli LCD perché non richiedono lo strato dedicato alla retroilluminazione. Anche per questo alcune case produttrici sono riuscite a realizzare display curve.

Che differenza c'è quindi tra AMOLED e Super AMOLED? Il secondo rappresenta un brevetto di Samsung, utilizzato per sancire la superiorità della propria tecnologia AMOLED. I display Super AMOLED infatti, riducono ulteriormente lo spessore del pannello integrando lo strato dedicato alla reattività touch nel display stesso. I display Super AMOLED hanno quindi la peculiarità di mostrare immagini ancora più brillanti e ben visibili anche sotto la diretta luce del sole, oltreché migliorare il consumo di batteria.

Schermi Retina

Retina non è altro che un ulteriore termine di marketing, questa volta coniato da Apple. Un display Retina non è caratterizzato da una tecnologia particolare, ma semplicemente garantisce una risoluzione tale da impedire all'occhio umano di distinguere i singoli pixel ad una distanza di visualizzazione normale.

Concludo affermando che il tipo di display è sicuramente uno dei fattori principali che influscono sull’autonomia della batteria, ma non l’unico: l’uso dello smartphone, le sue funzioni, i suoi applicativi, le ore con schermo acceso, i wakelock, sono tutte varianti da tenere in considerazione per decretare quanto uno smartphone valga da un punto di vista energetico.


RECENT POSTS:
bottom of page